Il mondo del calcio si ferma. Nella storia un solo precedente, nel 1915, per la prima guerra mondiale – Ilaria Romeo

Era inevitabile che accadesse, ed è accaduto: il Coronavirus ha colpito anche il mondo del calcio.

Il 12 marzo, due giorni fa, fa la Sampdoria aveva comunicato di aver messo Manolo Gabbiadini in isolamento e avviato le procedure per la quarantena della squadra come da prassi. “Ha qualche linea di febbre ma sta bene”, aveva specificato la società. In seguito alla positività dell’attaccante, in presenza di lievi sintomi, ieri sono stati sottoposti a tampone, con esito positivo, i calciatori Omar Colley, Albin Ekdal, Antonino La Gumina, Morten Thorsby e il dottor Amedeo Baldari. Sono tutti in buone condizioni di salute e nei loro domicili a Genova.

“Il calciatore Daniele Rugani è risultato positivo al Coronavirus-COVID-19 ed è attualmente asintomatico. Juventus Football Club sta attivando in queste ore tutte le procedure di isolamento previste dalla normativa, compreso il censimento di quanti hanno avuto contatti con lui”, questo il comunicato della società bianconera di poco precedente il primo comunicato della Sampdoria del 12.

Anche la Fiorentina ha reso nota nella serata di ieri la positività del calciatore Dusan Vlahovic al test per l’identificazione del Coronavirus. La Società ha ovviamente immediatamente attivato le procedure di isolamento previste dalla normativa ed il censimento di tutte le persone che hanno avuto contatto con il calciatore.

Ad oggi Inter, Verona, Juventus, Fiorentina, Udinese e Sampdoria sono in quarantena, tutti gli allenamenti sono sospesi.

Anche il calcio europeo è fermato (Arsenal, Leicester, Real Madrid e Chelsea sono in quarantena e l’elenco si aggiorna di continuo) e la Uefa ha ufficializzato lo stop a tutte le partite di Champions ed Europa League valide per gli ottavi di finale previsti la prossima settimana (rimandata anche l’amichevole Inghilterra – Italia).

“Avrete letto la notizia e per questo ci tengo a tranquillizzare tutti coloro che si stanno preoccupando per me, sto bene. – ha scritto per primo Daniele Rugani su Instagram –  In questo momento però sento ancora di più il dovere di ringraziare tutti i medici e gli infermieri che stanno lottando negli ospedali per fronteggiare questa emergenza. Invito tutti a rispettare le regole, perché questo virus non fa distinzioni! Facciamolo per noi stessi, per i nostri cari e per chi ci circonda”.

Non è la prima volta che una squadra di calcio viene in Italia messa in quarantena.

Nel 1957 si sviluppa una nuova pandemia: l’Asiatica. In contrasto a quanto osservato nel 1918 con la Spagnola, le morti si verificano soprattutto nelle persone affette da malattie croniche e meno colpiti sono i soggetti sani.

L’epidemia non conquisterà le prime pagine dei giornali, ma Il Corriere dell’Informazione del 12 giugno 1957 dedicherà un titolo in prima pagina al Milan in quarantena probabilmente per epatite, con un virus preso (forse) in una vasca da bagno, quattro giocatori infettati – fra cui Juan Alberto Schiaffino – europea.

Il 24 agosto del 1973, e a Torre del Greco, circa quindici chilometri a sud di Napoli, si registrano due casi di gastroenterite acuta. Quattro giorni più tardi il Ministero della sanità confermerà un’infezione da vibrione colerico.

In pericolo il campionato per il colera all’Italiana, scriverà sempre Il Corriere d’Informazione del 17 settembre 1973. 

Il campionato alla fine non si fermerà. Verrà deciso di far disputare la prima giornata il 17 ottobre quando ormai l’epidemia era sotto controllo. La Lazio inizierà a Vicenza, con una vittoria per 3-0, la cavalcata che l’avrebbe portata alla vittoria del suo primo scudetto.

L’unico precedente di campionato sospeso e non terminato è quello del 1914-15, interrotto a causa dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale. In quel caso il torneo – assegnato anni dopo al Genoa con una decisione che fece molto discutere – sarà sospeso prima della finalissima nazionale che sarebbe stata probabilmente tra il Genoa – prima in classifica nel girone nord – e Lazio, prima del centro-sud (domenica 23 maggio 1915 si sarebbe dovuta giocare l’ultima giornata del girone semifinale Nord. Le partite in programma erano Genoa-Torino e Milan-Inter.  La prima del girone avrebbe dovuto poi disputare la finale scudetto contro la Lazio, squadra vincitrice del girone semifinale Centro-Meridionale).

Una curiosa coincidenza, casuale ovviamente ma impossibile da non segnalare: in corsa per vincere lo scudetto nel 1915, nel 1974 e nel 2020 ci sarà sempre la Lazio, una coincidenza non da poco considerato che non tutti gli anni i biancocelesti si ritrovano a lottare per il titolo.

Ed oggi cosa succederà? In Italia il torneo è sospeso ufficialmente fino al 3 aprile, ma l’annullamento resta un’ipotesi che viene considerata seriamente dai vertici del calcio italiano.

In un comunicato ufficiale la Figc ha precisato di avere al vaglio tre opzioni: “Senza alcun ordine di priorità, un’ipotesi potrebbe essere la non assegnazione del titolo di Campione d’Italia e conseguente comunicazione alla Uefa delle società qualificate alle coppe europee; un’altra sarebbe far riferimento alla classifica maturata fino al momento dell’interruzione; terza ed ultima ipotesi, far disputare solo i play off per il titolo di Campione d’Italia ed i play out per la retrocessione in Serie B”.

Staremo a vedere, intanto “Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci più forte domani”.

Torneremo ad uscire, ad abbracciarci, torneremo anche a giocare a calcio.

C’è un tempo e un luogo per ogni cosa, ma non ora.

Ilaria Romeo, Archivio Storico Cgil

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